In una piazza abbandonata di periferia, attorno a un palo della luce senza lampadina, si riunisce la sera un gruppo di ragazzi che non si conoscono neppure per nome. Sotto quella luce spenta passano il loro tempo, senza comunicare, come se ricercassero solamente il vuoto. Ragazzi senza un’identità, a volte apatici, a volte disorientati, che prediligono il buio, lo spazio franco, la libertà, il vuoto della notte. Qui si consumano, indifferenti alla vita della città, degli uomini. Alla ricerca di un nulla in cui sembrano ritrovarsi, senza nulla da desiderare. Vittorino Andreoli racconta in questo romanzo il mondo di tanti giovani di oggi, ragazzi senza niente “da fare”, che procedono privi di meta, e porta alla luce uno spettacolo doloroso e inquietante, che ci colpisce e ci fa riflettere, un dramma di cui sappiamo sempre di meno e che pure ci riguarda da vicino. Un’immersione nel mondo giovanile attraverso una scrittura intensa e istintiva, che oltrepassa l’analisi psicologica per entrare nei singoli vissuti dei nostri ragazzi, sempre più misteriosi agli occhi dei loro stessi padri. Ragazzi vestiti d’ignoto.