“In quel lungo pomeriggio pieno della promessa di avventure a venire, Pilar si concede di buttarsi a capofitto in un futuro avventato. E’ un futuro che cancella ogni sua prudenza, che si fa beffe del suo schermirsi, che rivolta le sue certezze come le maniche di un maglione consunto. Quel pomeriggio Pilar è perduta, e lo sa.”
Con uno stile ruvido, intenso, assai poco incline al romantico, pulito e lineare, in certi passaggi volutamente gelido, l’autrice racconta la storia in simultanea di due donne: la spagnola Pilar e l’irlandese Calista.
Due donne, due destini, un incidente in comune: l’amore. Per Calista, di buona famiglia irlandese, arriva molto presto, a diciassette anni, ha il volto di Alexandros, trentenne cipriota bellissimo e sicuro di sé, e la conduce a una nuova vita in un Paese straniero. Per Pilar, figlia di contadini spagnoli, l’amore invece è un vortice imprevisto che in un attimo ribalta un progetto inseguito per dieci anni: lasciarsi alle spalle la miseria e l’ignoranza per diventare un’altra. Calista dovrà imparare nel modo più difficile a essere moglie e madre, mentre il suo matrimonio naufraga sugli scogli della violenza e dell’inganno, e su Cipro si addensa l’ombra di un colpo di Stato. Pilar, rimasta sola in una Madrid indifferente, sarà costretta alla più dura delle rinunce, e a un viaggio in quel passato che ha rinnegato. Finché un’estate le storie delle due donne convergono nel fragore di un evento senza scampo: un omicidio che ha radici più antiche di quanto possano immaginare.