Salvatore Di Giacomo è considerato il più grande poeta della “napoletanità”. I suoi versi, musicati da celebri compositori dell’epoca, diedero vita ad alcune tra le più belle canzoni napoletane, come Mare-chiare, Luna nova, ‘E spingole frangese. Essi rappresentano una condizione umana immutabile, sospesa tra l’esaltazione dell’amore e il terrore della solitudine, tra la gioia di vivere e la paura della morte. Sbocciati in piena stagione verista (i Sonetti sono del 1884, ‘O fùnneco verde del 1886, Zi Munacella del 1888, A San Francisco del 1895), sono comunque percorsi da una particolare vena lirica e sentimentale.