Un lago, un ragazzino sfaccendato, un vecchio negoziante che passa ore sul molo, con lo sguardo perso nel vuoto. A Piero Chiara bastano pochi ingredienti per creare un racconto intenso e suggestivo, come gli odori portati dal vento. Pane caldo, vacche, capre, caffè, tabacco e qualcos’altro, qualcosa di indefinibile.
“Scrivo per divertirmi e per divertire: se mi annoiassi a raccontare, starei zitto, come starei zitto se sapessi che i lettori si annoiano ad ascoltare o a leggere i miei racconti. Qualche volta faccio ridere, o meglio sorridere e qualche volta commuovo il lettore o lo faccio impietosire con le mie storie. Mi sembra giusto, anzi normale: se ride alle mie spalle o a quelle dei miei personaggi o se si impietosisce ai nostri casi, vuol dire che ho colto nel segno: mi sembra che raccontandogli la storia di un uomo, con le sue miserie, le sue fortune e la sua stoltezza, in fondo gli conto la sua storia.” (Piero Chiara)