Un incantevole libro, nato dall’«affetto per le vecchie memorie napoletane», prende l’avvio da ciò che Benedetto Croce vedeva affacciandosi alla finestra del suo studio a Palazzo Filomarino, nel cuore di Napoli: palazzi, campanili, mura di monasteri. E «all’ombra degli alti tetti e tra le angustie delle vecchie vie», Croce si appresta subito a «riparare nella più vasta ombra delle memorie». Così, a poco a poco, con familiarità e alta dottrina, vengono evocate ai nostri occhi tante «storie e leggende» di Napoli che ancora impregnano l’aria dei luoghi. Passeggiamo attraverso i secoli, le cronache, le passioni – e intanto è lo spirito stesso della città, e della sua composita civiltà, che prende forma di fronte a noi. Nessun altro libro ci aiuta con altrettanta sapienza a capire Napoli e le sue disparate vicende, a cui Croce si dichiarava legato da una profonda passione. E precisava poi: «il legame sentimentale col passato prepara e aiuta l’intelligenza storica, condizione di ogni vero avanzamento civile, e soprattutto assai ingentilisce gli animi».