Di principale importanza è, indubbiamente, il motivo di riflessione e di analisi interiore condotto lungo tutta la narrazione dall’autore nel ripercorrere un evento così decisivo della propria vita.
Il protagonista, nel rivivere attraverso la narrazione dei singoli eventi, i momenti bui della sua prigionia e poi le circostanze favorevoli che hanno favorito e agevolato la sua fuga, si trova a riflettere più volte sui favori a lungo ricevuti dalla fortuna o dalla provvidenza nel corso della sua intera esistenza, sugli errori compiuti nella propria vita, sulle sue cadute ed anche sul ruolo- fondamentale – che la religione e la preghiera hanno giocato nei giorni del carcere e sull’influenza che hanno avuto sul suo proposito di fuga.
Molto interessante è anche l’analisi e la descrizione della vita in prigione. Casanova descrive alla perfezione i ritmi, le consuetudini, la quotidianità, i personaggi che ruotano intorno a lui – dai carcerieri agli altri prigionieri-, le sue più piccole esigenze ed i suoi più piccoli fastidi.
L’autore racconta la sua evasione avventurosa dalla prigione dei Piombi a Venezia, e la successiva fuga in Francia. L’autore dette alle stampe la cronaca della vicenda poiché «…stanco di raccontarla a voce». La narrazione fu successivamente inglobata dall’Autore nelle sue celeberrime Memorie (anch’esse redatte in francese), la gigantesca opera autobiografica pubblicata solamente postuma, con le ben note censure e manomissioni.