Apprezzato da James Joyce, “Senilità” è il secondo romanzo di Italo Svevo. La storia ruota intorno a Emilio Brentani, giovane impiegato con velleità letterarie che conduce un’esistenza grigia accanto alla sorella Amalia. Sarà l’incontro con Angiolina, una vitale popolana, a sconvolgergli la vita e a dare inizio a un avvicendarsi di innamoramenti, sospetti, tradimenti, incomprensioni e delusioni che porteranno il protagonista, del tutto inadatto ad affrontare gli eventi, a scegliere la “senilità”, cioè la rinuncia a qualsiasi emozione e sentimento.
A trentacinque anni Emilio Brentani vive un’esistenza grigia accanto alla sorella Amalia, una donna semplice e buona, ma non più giovane né bella finché incontra Angiolina una vitale e “facile” popolana con cui intreccia una relazione. Emilio attribuisce a questo rapporto un significato che l’indole morale della ragazza non sa sostenere. L’amico Balli viene coinvolto nella vicenda e Angiolina ne diventa l’amante. Amalia se ne innamora nascostamente; quando il suo sentimento viene scoperto, sentendosi frustrata e derisa si stordisce con l’etere e ne muore. Emilio, completamente vinto dalle vicende, rinuncia a sentirsi vivo e sceglie “la senilità”, rinunciando così anche alle emozioni e ai sentimenti.
“Anche là, nel turbine, nelle onde di cui una trasmetteva all’altra il movimento che aveva tratto lei stessa dall’inerzia, un tentativo di sollevarsi che finiva in uno spostamento orizzontale, egli vedeva l’impassibilità del destino. Non v’era colpa, per quanto ci fosse tanto danno.”