A Casa di Lucia | SCONOSCIUTO 1945
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SCONOSCIUTO 1945

La storia ufficiale ci mostra i partigiani eroici e vittoriosi, mentre i fascisti sono i mostri, le bestie. Questo libro ci mostra una realtà totalmente diversa.
Ventimila sono, secondo le stime ufficiali, i “desaparesidos” italiani vittime della “resa dei conti” del secondo dopoguerra. Molti erano effettivamente membri del partito fascista. Altri, invece, avevano come unica colpa quella di avere figli, fratelli, mariti, padri che avevano a che fare con il partito o erano stati arruolati forzosamente nell’esercito della repubblica di Salò. Vite spezzate da un odio furibondo che serpeggiava nelle menti e nei cuori dei partigiani comunisti, che si sono macchiati di orrendi delitti.
A distanza di sessant’anni, Pansa parla di quella verità storica che è stata gelosamente celata dai comunisti e dai socialisti. Quella storia che mostra che, forse, anche i partigiani non avevano nulla da invidiare ai peggiori torturatori fascisti e nazisti.

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È la memoria degli sconfitti nella guerra civile ad accompagnarci lungo le pagine di questo libro. Storie dolenti, mai venute alla luce, che Giampaolo Pansa ha raccolto, cercato, ricostruito con partecipazione, puntiglio e grande rispetto per le troppe vittime incolpevoli, travolte dagli orrori della resa dei conti quando erano ragazzi o bambini. Storie sempre taciute per molte ragioni: la condizione di perdenti, l’ostilità dei vincitori, l’isolamento sociale e, nell’immediato dopoguerra, la paura di possibili vendette anche contro i genitori, i figli o i fratelli dei fascisti uccisi. Un capitolo proibito della nostra storia, narrato da italiani vissuti per sessantanni nella condizione obbligata di prigionieri del silenzio. Un’opera da cui emerge con chiarezza quanto l’Italia sia ancora oggi un paese diviso, a dispetto dell’antifascismo sbandierato dalla cultura dominante.

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