A Casa di Lucia | RITRATTO DI SIGNORA
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RITRATTO DI SIGNORA

Una storia che va’ letta con calma assaporando ogni dettaglio…

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Description

Era una ragazza intelligente e generosa, una bella e libera natura: ma che cosa avrebbe fatto di sé? La giovane americana Isabel Archer alla ricerca di un ruolo pubblico e di modelli di comportamento meno provinciali, decide di stabilirsi in Europa, rifiuta due proposte di matrimonio e, diventata ricca al punto di potersi permettere tutto, resta intrappolata in quella ricca società fiorentina e romana che ritrova il suo simbolo ideale in Gilbert Osmond, uno snob in caccia di patrimoni, preoccupato soltanto che siano rispettati i codici di comportamento dell’aristocrazia. Sarà lui ad assicurare un destino di solitudine a Isabel che, prigioniera del rapporto con Osmond e relegata al ruolo ufficiale di moglie e madre, si avvierà per gradi, alla propria decadenza psichica. “Ritratto di signora” può essere letto come il romanzo di un’iniziazione americana, o come il romanzo della realtà del denaro e del potere che ne deriva, ma resta soprattutto un paesaggio d’anime, tratteggiato da un maestro del realismo psicologico.

“Più di 700 pagine che si leggono d’un fiato, portati dalla maestosità di una corrente che è quella stessa del Gange o del Volga (…). Quasi a contraddire il carattere atarassico di questa corrente, lo stile è vivace, è animatissimo, ma anche molto sorvegliato. Henry James non è di quegli scrittori che lasciano andare i personaggi lungo la strada su cui loro stessi li hanno messi: egli interviene di continuo, a commentare quel che pensano dicono e fanno, a volte con lapidarie sassatine ironiche, a volte con lunghe introspezioni psicologiche, anche queste sempre interrotte o concluse da sorprendenti colpi di freno, minimizzanti e dissacratori: quasi l’autore avesse paura ad abbandonarsi al sentimento, a lasciar andare se stesso e i personaggi, distogliendoli – e distogliendosi – dal grande flusso di cui abbiamo fatto cenno. (…) ‘Ritratto di signora’ va letto con calma, con pazienza, come per una crociera su un grande fiume, durante la quale ogni tanto ci si ferma per ammirare un paesino, o una chiesa, o un antico convento. Oppure no: saltando subito alla fine, onde informarsi come va a finire, liberarsene del pensiero e tornare poi a concentrarsi sui suoi straordinari elzeviri.” (dalla postfazione di Luigi Lunari)

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