Cameron, attraverso dialoghi meravigliosamente realistici e fluidi, parla della ricerca di appartenenza, che non è il mero accettare la propria origine o la propria storia. Appartenere – e quindi appartenersi – implica una scelta consapevole che diventa epifania della propria vita – è realizzare di essere, semplicemente, se stessi, rifiutando i confronti con gli altri, ottenendo così il potere e il diritto (che in quanto tale puó essere esercitato come il contrario) di cambiare la propria esistenza. Prevedibilità e sorpresa si intrecciano nella vita come in questo romanzo, che nella sua allusività, mostra come non ci siano veramente limiti nelle possibilità d’intreccio dell’esistenza.
Quando qualcuno si accinge a scrivere la biografia di qualcun altro, parenti e amici del biografato cercano quasi sempre di ostacolare un’iniziativa che, in un futuro minacciosamente vicino, li costringerebbe a leggere la solita compilazione di svarioni, congetture e voli di fantasia non autorizzati. È quindi ovvio che né la moglie, né il fratello, né l’amante del defunto Jules Gund, autore di un solo e venerato libro, desiderano che il giovane Omar Rezaghi si rechi nella tenuta di famiglia in Uruguay, e s’inpicci di faccende che non lo riguardano. È solo l’inizio di una commedia dove nessuna combinazione di fatti, sentimenti o rivelazioni è esclusa in partenza.