Eleonora Franchi, amante di Karl de Wurttemberg, a Vienna ha una fugace relazione con Giuseppe II e conosce Maria Antonietta. Espulsa dall’Austria, ripara a Parigi. Nel 1773 sposa Sullivan, che la introduce a corte. Diventa anche lei un’ammirata donna di cultura. L’economia della Francia precipita, l’ostilità contro i reali cresce ogni giorno. Eleonora, ormai amica della regina e di Henriette Campan, parte per l’India con il marito. Divorzia da Sullivan e si lega al potente Capo della Compagnia, Crawfurd, e con lui torna a Parigi. La città è sobillata da oratori violenti e da una stampa che accusa Maria Antonietta di sprechi e di immoralità. In questo contesto, nella vita opaca ed infelice della regina, fa irruzione Axel de Fersen. 1789: presa della Bastiglia e fuga della famiglia reale a Varennes, organizzata da Axel e finanziata da Crawfurd. Il re è processato ed ucciso. La Rivoluzione insanguina la Francia. Maria Antonietta affronta la morte con dignità e con spirito profondamente cristiano. Il piccolo Delfino muore di stenti; la figlia Maria Teresa è cacciata dalla Francia. Le parole di perdono, incise dalla principessa sul davanzale della prigione chiudono il romanzo.