Breve ed intenso.
La morte dei genitori, l’assistenza al moribondo, la paura e il dolore di chi muore: scrivere di morire non è mai facile, ma qui le pagine per quanto poche sono intrise di sofferenza.
Io so chi sei, lettore, e conosco l’animo tuo abbastanza per dirti che queste pagine tu sconvolgeranno, ti annienteranno, ti commuoveranno, perché il padre di Alessandro è padre di tutti, è il tuo e il nostro nel vivo posto delle parole, divenuto un deserto in cui risuonano mantra stranieri, un deserto fatto di protocolli palliativi e terapia del dolore, del fantomatico livello B che incombe oltre il già misterioso livello A, di referti temuti e responsi taciuti, per quei decimi di millimetro in cui si misura il tempo che rimane, e quando alla esausta speranza del figlio risponde l’assalto sordo della paranoia, la paranoia, quella sì davvero oscena nemica, ebbene io so che tutto questo tu lo sentirai su di te fino all’ultimo soffio messa interiore per una morte a venire, atto d’amore di un eroe qualunque, eroe inutilmente se nessuno ha compagni nel suo viaggio all’esilio… e proprio perché so chi sei e conosco l’animo tuo, lettore, so che alla fine anche tu ti sentirai solo, e stanco, e abbandonato – alla fine anche per te l’alba, come per Alessandro, sarà ancora lontana.