Questo libro, basandosi su una serie di testimonianze e di riscontri documentali inediti, ricostruisce due gravi episodi accaduti in Calabria e Sicilia nell’estate del 1970: la scomparsa del giornalista Mauro De Mauro, ex marò della Decima Mas e grande cronista del quotidiano “L’Ora” di Palermo, e la strage ferroviaria di Gioia Tauro. Si tratta di due vicende che risultano strettamente legate al particolare momento politico che interessava l’Italia in quegli anni, attraversata da un pericoloso riflusso antidemocratico. È in quella fase, infatti, che si rafforzano anche i legami tra i settori della criminalità calabrese e esponenti di primo piano del mondo della destra extraparlamentare italiana. Legami divenuti sempre più intensi durante la rivolta di Reggio Calabria, quando il Governo decise di assegnare la sede del capoluogo di regione a Catanzaro. Oggi, grazie anche al lavoro svolto da alcuni magistrati, è possibile non solo rileggere in controluce quegli eventi, ma mettere a fuoco, come mai è stato fatto finora, capitoli delicatissimi di una storia per troppo tempo consegnata alla categoria, diffusissima nel nostro Paese, delle cose imperscrutabili e senza identità.