“L’amore per la natura di Marcovaldo è quello che può nascere solo in un uomo di città: per questo non possiamo sapere nulla d’una sua provenienza extracittadina; questo estraneo alla città è il cittadino per eccellenza”.
E’ una raccolta di venti novelle, in cui si raccontano gli episodi della vita del protagonista. Il titolo completo del libro è Marcovaldo, ovvero le stagioni in città e, prima ancora che venissero pubblicate in un’unica opera, alcune delle novelle che la compongono vennero pubblicate a episodi su L’Unità. Il filo conduttore delle novelle è il protagonista Marcovaldo, operaio sensibile e ingenuo che non riesce ad adattarsi alla vita cittadina.
Le venti novelle che compongono l’opera Marcovaldo di Italo Calvino sono ambientate in una città industriale non specificata ma con buona certezza l’autore si è ispirato a Torino, città nella quale Calvino ha lavorato e vissuto per diversi anni.
“Ma in questa città verticale, in questa città compressa dove tutti i vuoti tendono a riempirsi e ogni blocco di cemento a compenetrarsi con altri blocchi di cemento, si pare una specie di controcittà, di città negativa, che consiste di fette vuote tra muro e muro, di distanze minime prescritte dal regolamento edilizio tra due costruzioni; è una città di intercapedini, pozzi di luce, canali d’aerazione, passaggi carrabili, piazzole interne, accessi agli scantinati, come una rete di canali secchi su un pianeta di intonaco e catrame, ed è attraverso questa rete che rasente i muri corre ancora l’antico popolo dei gatti.”