Per chi crede che l’Italia non uscirà da questa crisi, per chi è convinto che il Nord sia migliore del Sud o viceversa, per chi ha perduto l’amore per questo piccolo grande paese, ma soprattutto per chi ama questo paese, ecco il libro giusto. Un viaggio, attraverso la nostra penisola, che ci ricorda in quale magnifica nazione viviamo e da dove dobbiamo ripartire, quali sono le nostre forze e i nostri problemi, virtù e vizi dello stivale che sorregge l’Europa.
“L’Italia oggi è spaventata, di cattivo umore,
impaurita dal futuro. Invece sono convinto
che l’Italia abbia davanti a sé una grande occasione
di ripresa e di sviluppo. Una chance
di rinascita, una nuova stagione.”
È possibile uscire da un viaggio nell’Italia
della grande crisi più ottimisti di prima. Perché
c’è un paese che alla crisi resiste, e che
riparte. Perché il mondo globale, che consideriamo
una sciagura, è una grande opportunità
per un paese come il nostro, capitale
della bellezza e dell’arte, del design e della
creatività. Perché il mondo di domani – non
solo l’America ma anche la Cina, l’India,
il Brasile – è pieno di consumatori che vorrebbero
comprare i nostri prodotti, vestirsi
come noi, vivere come noi. Perché abbiamo
ricchezze che nessun ladro potrà mai rubare,
bellezze che nessun falsario potrà mai imitare,
saperi che nessuna impresa potrà mai
delocalizzare. Non è vero che i figli staranno
peggio dei padri: il futuro dipende da noi, e
può essere migliore del presente. La celebrazione
dei 150 anni dell’unità è stata un successo:
noi italiani abbiamo capito di amare
l’Italia. C’è una cosa che ancora ci manca: la
fiducia in noi stessi. Invece dobbiamo ricordarci
che il nostro non è un paese qualsiasi.
Essere consapevoli di chi siamo, e di quel
che possiamo fare.
Per aiutarci a capire chi siamo, Aldo Cazzullo
racconta quindici città. Da Torino, che ha
cambiato umore e non ha più pudore dei propri
sentimenti, a Bari, dove nascono i nuovi
miti della letteratura e dello spettacolo: Carofiglio,
Caparezza, Checco Zalone. Milano,
“la nostra New York”, e Roma, “l’indistruttibile
“. Napoli, “inorgoglita”, e Venezia, morta
come città e risorta come splendida vetrina.
Verona, “la complessata”, e Trieste, tornata al
centro dell’Europa. Genova, “mai stata così
bella”, e Firenze, “la vera capitale”.
L’Italia s’è ridesta non è un libro consolatorio.
Ha anzi pagine urticanti. Denuncia scandali,
critica cattive abitudini, ritrae personaggi
negativi. Si addentra nelle piccole capitali
in crisi, da Parma a Siena. Avverte che Palermo
rischia di esplodere e Bologna di impoverirsi.
Ma ovunque scopre storie di successo,
trova motivi di speranza, vede i segni di
un grande potenziale di sviluppo. A cominciare
dalla lezione di dignità e riscatto che
viene dall’Emilia e dall’Aquila colpite dal
terremoto. Il viaggio porta anche nella provincia
profonda, al Nord e al Sud. Mette in
pratica un’idea del giornalismo distante dal
narcisismo e dall’opinionismo, basata sull’inchiesta
e sul dialogo con le persone, in sintonia
con la prefazione di Ferruccio de Bortoli.
E si conclude con il catalogo delle cose
da fare, iniziando dalla più importante: ricominciare
a credere in noi stessi e nel nostro
paese.