Un romanzo per ragazzi che racconta in modo coinvolgente la vita nel ghetto di Varsavia. Un bambino, che ricalca lo stesso scrittore e il suo passato, resta solo nel ghetto, e come un piccolo Robinson, in compagnia del suo topo, vive tra le cantine e le soffitte, in attesa.
Belle le immagini del ghetto semivuoto e la paura e il coraggio fusi insieme di questo bambino. Racconta e spiega senza spaventare. Davvero bello.
La seconda guerra mondiale infuria per l’Europa e in Polonia la vita, già difficile per tutti, è per gli ebrei pressoché insopportabile. E Alex è, appunto, ebreo. Sua madre è scomparsa nel nulla e suo padre è stato prelevato dalle SS e fatto partire per una destinazione ignota. Rimasto solo Alex si è rifugiato in un edificio abbandonato, al numero 78 di Via degli Uccelli, e dalla sua isola segreta esce solo di notte, per procurarsi il cibo. Finché, un giorno, Alex ode delle voci: degli sconosciuti si sono introdotti nel palazzo. Il coraggio, l’eroismo perfino, non sono insoliti in tempo di guerra, ma Alex ha appena undici anni, e la sua è la storia di come la nuda forza di volontà riesca talvolta ad avere la meglio sulla crudeltà e l’ingiustizia.