Alvise Zorzi, uno studioso appassionato di Venezia, ci fa rivivere, attingendo largamente alle testimonianze contemporanee e dirette, questa società variopinta, affollata di patrizi e di popolani, di nobildonne di polso e di cortigiane letterate, di mercanti orientali e di finanzieri tedeschi, di artisti e di mecenati, di marinai e di galeotti; e di monache galanti, di riformatori lungimiranti, di medici ebrei, di giovanotti rissosi, di «compagni della calza» organizzatori di feste meravigliose. E di forestieri d’ogni razza, sui quali spiccano le teste coronate, pretesti, anche loro, di uno sfoggio di ricchezza che nasconde i travagli di una vita politica spregiudicata e di una diplomazia senza confini.