Eccellente ricostruzione del calvario del piccolo Luigi XVII, colpevole unicamente di essere figlio del “tiranno”. È un romanzo basato su fonti storiche rigorose. Consigliatissimo agli appassionati di storia.
Ma chi ha concepito l’arredo, quello strano arredo, mogano e sasso, broccato e sedie spagliate? E soprattutto, l’ordine di murare le porte, poi la finestra e il caminetto, di montare serrature e chiavistelli, chi l’ha dato? Lo ignoro… E il bambino? Perchè non ha gridato, quando hanno staccato la sua stanza dal continente? Perchè si è lasciato andare alla deriva? Che cosa c’era all’origine del crimine?
Nella stanza gialla dalle tende pesanti, un bambino di otto anni aspetta che qualcuno venga a trovarlo. Chi? Non lo sa, e aspetta. Aspetta senza far rumore. Passano i giorni, i mesi. È il re della stanza dalla tappezzeria fiorita: le pietre del pavimento sono la sua geografia, le mosche e le formiche i suoi amici, le incisioni sul muro i suoi libri di storia. È un bambino giudizioso. Ma è stato punito. Perché? Non lo sa. E aspetta. Il bambino prigioniero nella stanza è Luigi XVII, figlio di Maria Antonietta e Luigi XVI, erede al trono di Francia. Di lui la storia dice soltanto che morì in prigionia all’età di dieci anni, in circostanze non chiare.