Lettura che coinvolge e non lascia posare il libro fino alla fine! Bellissimo il ritratto del protagonista, impegnato in battaglie su più fronti, non ultimo quello personale. Eccezionale – ma a volte anche difficile da seguire per i vari nomi che si alternano – l’intreccio politico-mafioso le cui conclusioni sono ampiamente predette da chi ne conosce il meccanismo. Tenero e insospettabile il finale.
La vicenda ruota attorno alla redazione della RAI siciliana. Il direttore, Michele Caruso, tralascia di dare la notizia dell’avviso di garanzia a Manlio Caputo, figlio del leader della sinistra siciliana, accusato dell’omicidio della sua fidanzata, Amalia Sacerdote, anche lei un cognome importante perché suo padre è il segretario generale dell’Assemblea Regionale Siciliana. La ragazza è stata trovata morta a casa sua con il cranio fracassato da un pesante portacenere e quel cadavere crea non pochi problemi, per le rivalità politiche dei genitori dei due giovani e per le evidenti connessioni con i poteri economico, giudiziario, giornalistico e politico dell’isola. «Il labirintico concrescere della trama annoda e invischia tutti. Il romanzo suo più nero» (Salvatore Silvano Nigro).