È il racconto di un furto “speciale” compiuto dalla domestica Assunta ai danni della sua padrona, che ha avuto solo il torto di volerle bene, di avere cercato di migliorarla e di averle rivelato la sua presenza tra i beneficiari del proprio testamento. Alla notizia il buio mondo di Assunta, dura contadina che sembra impastata della stessa terra da cui proviene, pare squarciarsi in un bagliore e la sua vita accendersi. Luce a cui seguono quasi subito la paura di avere perduto questo bene inatteso e il tentativo di recuperarlo per mezzo di avventati spunti. Assunta si chiude nel silenzio più testardo, scivolando giù nella sua infida, astiosa natura primigenia, in una regressione che nasce da un’ancestrale paura, da un’invincibile solitudine.