Una galleria di personaggi che sembrano usciti dalla commedia dell’arte, descritti con maestria ed un uso della lingua perfetto.
Un pomeriggio di giugno, in una grande città, un professionista sparisce senza lasciare tracce. Il romanzo non è solo la ricostruzione indiretta della vita dello scomparso, ma è soprattutto la storia degli “altri”, che reagiscono in modi imprevedibili a un evento inesplicabile. «La grande sera» segna per Pontiggia un ritorno alla sperimentazione: un’opera di largo respiro compositivo e dalla struttura innovativa, quasi una giostra nella quale si incontra una galleria di “anime morte”, diventa un affresco impietoso dell’Italia degli anni Ottanta, una satira lucida e amara di una società di pieni illusori e di vuoti reali.