Un’altra passionale storia di una delle autrici di romanzi rosa più amate ed affermate.
Un vecchio usuraio omosessuale e malato di sifilide. È questo il marito che l’orfanatrofio di Edimburgo ha destianto a Tabrizia Lamont, un gioiellino di soli diciassette anni, intelligente e sensibile, con grandi occhi ametista e una bella massa di capelli fulvi. Verrebbe da dire che non c’è proprio giustizia, se con un colpo di scena, che la coglie del tutto di sorpresa, la bella Tabby non venisse rapita nel cuore della notte da un nobile anticonformista e malandrino, non a caso soprannominato la Canaglia. Non che lei gliene sia riconoscente più di tanto… Anzi, spaventata e furiosa, Tabby giura che non si sottometterà mai ai voleri – quali che siano – del suo affascinante rapitore. Ma forse sta sottovalutando le capacità di persuasione di Paris Cockburn, giovane di grande ricchezza e altrettanto grande avvenenza, e soprattutto uomo determinato a usare ogni trucco dell’intrigante gioco della seduzione… Sullo sfondo della Scozia del XVII secolo, tra lussuosi palazzi e la vasta brughiera, le maliziose e divertenti vicende dai due protagonisti si intrecciano alle avventure di una simpatica corte di comprimari, in un affresco originale e gradevole, tessuto nelle più svariate sfumature che può assumere l’amore.