Émile Zola (1840 – 1902) o dell’osservare. Resta presto orfano e trascorre l’infanzia in povertà. Trova lavoro presso la casa editrice Hachette, fa il giornalista, nel 1898 prende posizione a favore di Dreyfus e lancia il suo J’accuse, che gli costa la condanna a un anno di carcere. Nel corso del tempo osserva la società francese con un’accuratezza impressionante. I suoi romanzi (La bestia umana, Germinal, Al paradiso delle signore) sono radiografie della società nelle quali il metodo sperimentale delle scienze viene trasferito in letteratura. Muore soffocato dalle esalazioni di una stufa. Le sue spoglie sono conservate al Pantheon.
La bestia umana è il romanzo del Desiderio, del Delitto, del Destino. Roland Barthes La “Lison”, palpitante creatura ferroviaria che respira, soffi a, sbuffa e con voracità ingurgita grandi quantità di carbone; Jacques Lantier, macchinista della linea Parigi-Le Havre, che in lei ritrova la dolcezza e la docilità di una moglie. Sono i protagonisti del diciassettesimo romanzo del ciclo dei Rougon-Macquart che Zola concepì come terreno sperimentale per le teorie deterministiche. La locomotiva diventa scena di un tremendo delitto, di cupe passioni di amore e vendetta che faranno emergere in Lantier quella malvagità cui lo predestinano le tare ereditarie. Ed è sullo sfondo di questa fatalità del sangue che si staglia l’epopea dei due veri protagonisti: la locomotiva, mostro figlio di modernità e progresso, e l’eroe romantico, combattuto tra bene e male, volontà e fato.