A Casa di Lucia | KIM
8
product-template-default,single,single-product,postid-24140,theme-bridge,bridge-core-1.0.2,no-js,woocommerce,woocommerce-page,woocommerce-no-js,ajax_fade,page_not_loaded,,vertical_menu_enabled,qode-title-hidden,side_area_uncovered_from_content,transparent_content,columns-4,qode-theme-ver-18.0.4,qode-theme-bridge,disabled_footer_top,wpb-js-composer js-comp-ver-5.7,vc_responsive

KIM

Un ragazzino gioca seduto a cavalcioni su un gigantesco cannone: è Kim, altrimenti noto come «il Piccolo Amico di tutto il Mondo»; orfano di un sergente irlandese, cresciuto come un monello indiano nei vicoli di Lahore, Kimball O’Hara «non faceva niente, e con enorme successo». Così ci accoglie «uno dei libri più ‘felici’ che le letterature occidentali possiedano» (G.A. Borgese), intriso com’è di bellezza e di non poca sapienza.

Category:
Description

È sotto la protezione di due numi tutelari – il lama Teshoo, impegnato a ritrovare il Fiume della Freccia per affrancarsi dalla Ruota delle Cose, e il mercante di cavalli Mahbub Ali, spia al soldo degli inglesi nel Grande Gioco che «giorno e notte mai non cessa» – che si snoda l’avventura di Kim. Improvvisatosi discepolo del primo e agente segreto del secondo, infatti, il ragazzo, che gioca per il gusto di giocare e viaggia per viaggiare, come fanno «i diavoli e gli inglesi», assume «l’indescrivibile falcata che è del vagabondo» (e che è il passo stesso del romanzo) e si mette in marcia a fianco del lama lungo la Grand Trunk Road, fiumana di vita che scorre per millecinquecento miglia da Bombay e Benares a Peshawur, dando così avvio a una scorribanda picara che è insieme un pellegrinaggio religioso. Attraverso pianure e montagne, dall’afrore dei bazar ai climi rarefatti delle lamasserie tibetane alle pendici dello Himalaya, fra treni e caravanserragli, villaggi e postazioni militari, travestimenti e agguati, sarà un tripudio di «nuovi scorci» ovunque si posi «l’occhio complice», un inno all’India amata nella sua molteplice unità dal suo più celebre cantore, Rudyard Kipling.

 

La Grand Trunk Road che è la spina dorsale di tutta l’India. In gran parte ombreggiata da 4 file d’alberi; la parte centrale – con il fondo duro – accoglie il traffico veloce. Prima della ferrovia i sahibs la percorrevano avanti e indietro a centinaia. Ora la usano solo i carri dei contadini. Un viaggiatore è al sicuro qui, ogni pochi kos [una distanza media di 5 chilometri circa per ogni kos] vi è una stazione di polizia. Tutte le caste, e ogni tipo di persona la percorrono. Brahmini e chumars [chi lavora il cuoio, considerato impuro], banchieri e ambulanti, barbieri e bunnias [appartenenti alla casta dei mercanti, spesso anche usurai], pellegrini e vasai, tutti che vanno e vengono. Per me è come un fiume, dal quale mi sono ormai ritirato, come un tronco depositato dalla piena».

× Ciao!