Italiani con valigia non è un libro umoristico né una guida turistica, sebbene i turisti vi troveranno spunti e indicazioni. È invece un libro di viaggio per italiani, come in Italia non se ne scrivono quasi più.
“Noi italiani non facciamo niente in maniera normale” scrive Beppe Severgnini. “Facciamo tutto da italiani, e questo non è necessariamente un difetto.” Anche quando prendiamo una valigia e partiamo, ci portiamo dietro le nostre qualità e le nostre squisite leggerezze. Se in Italia ci diamo un contegno, varcata la frontiera viene fuori di tutto: l’incoscienza e la generosità, l’intuito e il pressapochismo, la rustica astuzia che porta al furto sistematico delle bottigline di shampoo dalle stanze dell’albergo.
Severgnini racconta i suoi viaggi in cinque continenti. Con salutare autoironia, ci accompagna lungo la ferrovia Transiberiana e poi su aerei cinesi, auto americane, taxi sudafricani. Ci guida attraverso ventuno città del mondo, visitate nel corso di quindici anni (da Atlanta a Zagabria, passando per Dublino, Berlino e Pechino). Rientrato in patria, esplora la “repubblica sul Mare”, percorrendo la costa da Trieste a Ventimiglia. Poi, guidato dai lettori, indaga la provincia italiana.