Gli scritti raccolti in questo volume, dal Meccanismo psichico della dimenticanza a Il sogno, ruotano attorno al grande testo di un modo di investigazione e di smontaggio del linguaggio onirico, mentre il secondo vuole presentare un’esposizione semplice e breve della complessa costruzione freudiana. Perché allora accostare il saggio sulla Gradiva, di solito inserito fra gli scritti che applicano il metodo psicoanalitico all’arte, a questi lavori sul sogno? L’intento di Freud sembra quello di mostrare le capacità ermeneutiche della nuova scienza proprio al crocevia fra la malattia dell’anima, il delirio, e le formazioni quotidiane e più visibili dell’inconscio, i sogni, accreditando così la psicoanalisi come sistemazione scientifica del sapere sull’anima che trova conferma nelle intuizioni creative dell’arte. La pratica analitica dell’inconscio tende quindi a diventare lavoro di traduzione da una forma del linguaggio “estetica” a una forma “logica”, rivelando al sognatore la sua inconsapevole “poeticità”, il fatto cioè di essere un costruttore di realtà e non soltanto un osservatore delle cose e della propria storia quasi fossero dati immodificabili.