“È una giornata che per camminare non potrebbe essere più bella, una giornata azzurra e non tanto calda. Come batuffoli bianchi le nuvole pendono sulla valle, immobili, e sui prati friniscono i grilli. E’ ancora estate; ma la luce che vibra sui campi ha già una dorata dolcezza, e basta avvistare sul sentiero una sola foglia caduta, con i bordi imbruniti, ed ecco che si pensa all’autunno, anche se tutto è ancora verde, anche se le farfalle colorate ancora svolazzano e il frumento sui pendii matura. Già da ore il viandante si concede a malapena una sosta; si è tolto la camicia e porta lo zaino sulle spalle nude, abbronzate e lucide.”
Balz Leuthold non ha mai voluto essere una persona ordinaria. Poco prima del suo trentesimo compleanno, però, si rende conto di non potersi neanche considerare davvero una persona straordinaria. Nella vita, fino a ora, non ha compiuto azioni degne di particolare nota, nessuna invenzione, nessuna creazione artistica o letteraria che lo elevino a persona speciale. Allora ha preso una decisione: scalerà quella montagna che da giovane guardava ergersi sulle sue passeggiate, che faceva ombra ai discorsi con il fratello “adulto”. Compirà un atto eroico, e con questa azione “virile” darà un senso compiuto alla sua esistenza. È deciso: azione o morte. Ma giunto in montagna alla locanda dove sostava anche in gioventù, incontra una giovane straniera, che lo guarda e lo vede come nessuno fino ad allora lo ha mai guardato e visto. Chi è lei, da che vita proviene? Perché sembra non aver paura di nulla? E dall’incontro tra i due scaturiscono gli interrogativi, e la narrazione si sviluppa e trascina via il lettore proprio come un torrente montano scorre rumoreggiando tra i crepacci, e il vortice di pensieri e accadimenti lascia senza fiato, travolge come il senso di assoluto degli ambienti montani, dove il sorgere del giorno e il calare della notte sono eventi che penetrano le fibre dell’individuo tanto quanto fame, sonno e sete. E la domanda echeggia: cosa fa di una vita una vita veramente compiuta? Ha a che fare, questo, con la felicità?