il romanzo è un’ottima occasione per confrontarsi con una concezione di Dio che spesso travalica i confini dell’umano. Quante persone religiose si sentono così perfette da sfiorare la mano di Dio? Tante, e Joe non fa eccezione. E’ solo così che possiamo spiegare il rifiuto di Roger di giustificarsi di fronte al padre, che per lui è fallibile come sono tutti i genitori. Lui vuole solo essere accettato come figlio, in sé e non per un’immagine che deve corrispondere a quella che il padre si è costruito nel cervello. Non è quello che in fondo sperano tutti i figli? Un romanzo ricco di spunti di riflessione. Peccato solo che la scrittrice condensi nelle ultime 100 pagine la parte davvero interessante della storia, perdendosi per 2/3 in un mare di descrizioni che solo in parte sono funzionali a farci entrare nell’ambientazione e nella psicologia dei personaggi.