Un gioiello della letteratura da leggere e rileggere.
E’ la storia dell’incontro tra un aviatore, costretto da un guasto ad un atterraggio di fortuna nel deserto, e un ragazzino alquanto strano, anche lui nel deserto, che gli chiede di disegnargli una pecora. Il bambino viene dallo spazio e ha abbandonato il suo piccolo pianeta perché si sentiva troppo solo lassù: unica sua compagna era una “rosa”. Un libro che si rivolge ai ragazzi e “a tutti i grandi che sono stati bambini ma non se lo ricordano più” come dice lo stesso autore nella dedica del suo libro.
“Che cosa vuol dire ‘addomesticare’?”
“E’ una cosa da molto dimenticata. Vuol dire ‘creare dei legami’ […] Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu non hai bisogno di me. Io non sono per te altro che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’un dell’altra. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo. […] Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù, in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai capelli color dell’oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano…”