Vincitore Premio Campiello 1995.
Da questo racconto fatto di dolci asprezze liguri-toscane, emerge l’unico vero paese dell’anima: quel desiderio di libertà che è come il tenace volo del pettirosso.
Quello del pettirosso è un coraggio umile e testardo come il coraggio di chi dall’incendio della Storia si leva leggero col suo sogno di libertà intatto. Maurizio Maggiani, che si è rivelato uno dei più autentici ‘raccontatori’ di storie della narrativa contemporanea, fa muovere il suo protagonista, Saverio, in uno scenario dove la Storia incrocia la memoria e apre verso l’utopia. Dall’immobilità della malattia (e del malessere) che lo inchioda al letto, Saverio, riafferra il filo perduto della sua esistenza e dei suoi progenitori, e riaggomitola eventi che da Alessandria d’Egitto (città di esuli, di anarchici, di sognatori) lo portano indietro ai fantasmi che allacciano poesia e anarchia. Ma non basta: l’impresa di Saverio impone un ulteriore scarto temporale e lo sbalzare irresistibile sulla pagina di memorie che riaccendono i roghi contro gli eretici nella Lunigiana ribelle del Cinquecento e la violenza dell’imperialismo romano contro il popolo degli Apui. Romanzo di romanzi, saga, cantare, “Il coraggio del pettirosso” è l’omaggio solenne e dolcissimo alla parola dei padri quando tornano ad abbracciarsi, al silenzio dei popoli quando tornano a raccontarsi dentro di noi.