BUSCETTA: LA VERA STORIA DI UN VERO PADRINO.
Quando si arriva all’ ultima riga del libro di Enzo Biagi e, di colpo, s’ accorge che di questo Tommaso Buscetta non ne può più, che don Masino gli sta sullo stomaco, e che in certi momenti è persino più ributtante dell’ altro campione di Cosa Nostra, Luciano Liggio. E chiuso il libro, non può sottrarsi alla domanda, irrazionale e crudele ma non del tutto immotivata, se forse i militari brasiliani non avrebbero fatto bene a scaraventare il Buscetta giù dal famoso aereo, e così toglierci per sempre il disturbo. Spinge a questa domanda proprio la bravura di Biagi come biografo di Buscetta. Si dice che il biografo finisca con l’innamorarsi del personaggio, anche quando si tratta d’un topo di fogna. E qualcuno sostiene che questo derivato della sindrome di Stoccolma abbia colpito anche Enzo. Biagi qui dimostra di essere un “vero” giornalista, che sa guardare in faccia la verità con coraggio e senza patteggiamenti. Ci racconta Buscetta “nudo e crudo”. Anzi, lo fa raccontare a lui, in un’incalzante presa diretta che ha per conclusione un verdetto: il boss sarà solo, ma è anche ripugnante, abominevole, odioso.