Scritto nel 1928, è un’opera di grande modernità, dove lo sguardo attento dell’autrice riesce a cogliere e rendere i veloci cambiamenti in atto nella sua epoca. Un libro ricco di spunti di riflessione, che per molti aspetti non dimostra i suoi quasi cento anni.
Un maturo signore, l’ingegnere newyorchese Martin Boyne, sta viaggiando per mare da Algeri verso Venezia per raggiungere la futura sposa. Sul piroscafo incontra un gruppo di ragazzini che con la loro spontaneità e immediatezza catturano l’attenzione e l’interesse del protagonista; in particolare la quindicenne Judith finisce per sconvolgere le residue certezze e l’esistenza, fino ad allora tranquilla, di Martin Boyne coinvolgendolo in una passione inconfessata quanto insopprimibile.
Incontro-scontro fra mondo degli adulti e mondo infantile-adolescenziale, feroce satira degli egoismi capricciosi e irresponsabili di genitori miliardari noncuranti dei propri figli, questo romanzo apre anche uno squarcio coraggioso in una realtà – come quella dei ragazzi – per troppo tempo ristretta in una luce spensierata e “innocente”.