Storie inedite e retroscena nel Paese della Grande Illusione: uomini e fatti di un racconto amaro.
Ma perché la storia del capitalismo italiano assomiglia a un campionario di occasioni perdute? È arrivato il momento di aprire gli occhi, guardare in faccia la realtà: le colpe del presente, i peccati mortali del passato. L’autore lo fa con le rivelazioni dei protagonisti della politica, dell’industria, del credito. E scopre un Paese che “vive” attaccato al telefonino, ma non ne produce neppure uno. Che “fabbrica” sempre meno ingegneri, fisici e chimici, ma dove in compenso tutti vogliono fare i comunicatori e molti (troppi) restano studenti universitari a vita. Un Paese dove in molti sono ancora convinti che i problemi si risolvano senza parlarne e senza conflitti. Un affresco impietoso del “Paese che non c’è”.