Un racconto sapido, intelligente, spiritoso, utile, sagace. La riesumazione d’una genealogia che è indispensabile per capire sé stessi e il proprio futuro.
Ogni piccola famiglia ha una storia da raccontare. Sarà forse per certe cose elementari, come il prosciutto (poco) sui quadratini di pane o l’ubriacante profumo di un’aringa, i balli a piedi scaldi nelle domeniche d’estate, il primo incontro con il mare quando i capelli sono ormai grigi, e l’ultimo addio al maiale, amico che si immola per il bene di tutti. Cose né belle né brutte: la vita, semplicemente, guardata in faccia senza ipocrisie. Allattando figli altrui in cambio di due uova al giorno, o scavando la terra ghiacciata a mani nude. Un banale N.N. a scrivere un destino individuale, un matrimonio improvvisato a scriverne due, e il comune denominatore della fame a far da sigillo di garanzia dell’appartenenza all’umanità.