Georgia ha trentaquattro anni, fa la psicanalista, ha un padre inaffidabile e due fratelli minori che ha praticamente allevato da sola dopo la morte della madre e un silenzioso fidanzato, Stephen, che ama di un amore lento e quieto. Tutto questo fino al mattino in cui Leo, fotografo, sfonda letteralmente la porta dello studio di Georgia nel corso di un trasloco. E così, con la forza di una irruzione, una nuova presenza viene a sconvolgere l’esistenza di Georgia, le sue idee sulla vita, sulla tranquillità, sull’amore.
Quando muori, diceva, diventi cibo per vermi e poi diventi terra, ed è una gran bella cosa, diceva, perché significa che in un certo senso fai ancora parte del mondo pur essendo morta, sei vicina alle persone cui hai voluto bene, alle persone che hanno voluto bene a te. Diventi la terra e l’erba che loro calpestano, gli alberi che gli danno ombra, il caprifoglio che quando gli passano accanto li fa inspirare a fondo e poi fare un bell'”aaah…”, l’acqua che si infiltra nella terra e nella roccia, l’acqua che bevono, il cielo, le nuvole, la pioggia, persino l’aria che respirano.