“I Sepolcri”, o più esattamente “Dei Sepolcri” come li intitolò il Foscolo, sono un carme di 295 endecasillabi sciolti, scritto quasi di getto tra il giugno e il settembre del 1806 e pubblicato a Brescia nel 1807.
I Sepolcri furono composti sotto la suggestione del decreto napoleonico di Saint-Cloud (1804) con il quale, per ragioni igieniche, s’imponeva la sepoltura dei morti fuori dalle mura cittadine in cimiteri appositamente costruiti e per ragioni democratiche, si stabiliva che le lapidi dovessero essere tutte di uguale grandezza e che le iscrizioni fossero controllate da un’apposita commissione, a tutela della verità e del decoro. La progettata estensione del decreto napoleonico all’Italia, che di fatto avvenne il 5 settembre 1806, aveva rinfocolato le discussioni, che già erano state accese, sulla legittimità di tale legislazione di stampo illuminista che, in nome di un razionalismo astratto, contraddiceva e offendeva tradizioni radicate.