Avere un atteggiamento positivo ed ottimista nell’affrontare le difficoltà della vita a volte può non significare nulla, a volte può contribuire a salvarti la vita o semplicemente a non renderla ancora più buia di quanto una malattia tanto infima non faccia già da sé.
Non esiste la malattia, esiste la persona che si ammala. Uno scrittore si scopre affetto da linfoma e ne trae una nuova storia, diventa lui stesso un proprio personaggio. La malattia non è l’antagonista, ma compagna di vita per un tratto di strada, lungo o breve che sia, magari l’ultimo o preferibilmente anche no. Un cammino intrapreso con quieta accettazione, senza rabbia o disperazione: gli effetti collaterali della terapia, gli incidenti e gli imbarazzi, il venir meno delle forze; ma anche la rivelazione di un altro sé, di un’umanità sofferente e dignitosa. Il confronto degli universi fantastici, l’ostinato proseguire piccoli ma vivificanti piaceri come la sigaretta, la birra. E il computer amico, cordone ombelicale in cui scorre la linfa energetica dal mondo là fuori. Diario dell’anno della peste, ma di una peste individuale, senza contagio; storia vera da un inventore di storie. Forte della convinzione che, in quell’ineludibile giorno, ad attendere le sue particelle scomposte e riconfluite nel Tutto sarà un destino più ampio, un’avventura inedita. Forse la più bella.