“Come vi piace” è forse una delle commedie più brillanti di Shakespeare. La freschezza dei dialoghi e dell’ambientazione ricordano una di quelle composte e vivaci danze medievali, in cui ciascuno ha i propri passi da seguire e incrociare con quelli degli altri, solo ogni tanto interrotti da un improbabile e inatteso colpo di scena che confonde i movimenti e inverte il ritmo, per poi ripartire di slancio con la stessa colorata ed astuta eleganza.
Commedia romantica, o pastorale, o problematica, o della natura e della cultura, o del gioco, dell’amore e del metateatro, o quasi commedia. Inutile tentare di definire quest’opera maestra della maturità di Shakespeare: essa mantiene fino in fondo l’assunto scherzoso-ironico del titolo, perché con tutta la sua fresca gaiezza è opera davvero aperta, farcita di temi e interpretabile in modi assai diversi. Essa è in qualche modo una fiaba, un’anatomia della natura e della mente umana, anzi della natura che è nella mente umana.
Tutto il mondo è un palcoscenico, donne e uomini sono solo attori che entrano ed escono dalla scena. Ognuno nella sua vita interpreta molti ruoli e gli atti sono le sette età della vita.