Guerra. Nascoste sotto queste sei lettere si celano gli orrori e i dolori che ritroviamo nelle storie di Parvana e Shauzia, storie che ci riversano addosso impotenza e inadeguatezza.
Ultimo libro di una trilogia.
La protagonista del libro è Shauzia, l’amica di Parvana già incontrata in “Sotto il burqa”, che con lei vendeva tè al mercato travestita da ragazzo. Parvana non ha mai smesso di pensare a Shauzia e di inviarle lettere immaginarie, per non spezzare il filo dell’amicizia che le lega. Ora Shauzia vive in un campo profughi in Pakistan: muri di fango, desolazione e fame. Ma ha un sogno: raggiungere il mare e imbarcarsi per la Francia, dove finalmente potrà vedere le immense distese di lavanda. È proprio per realizzare questo sogno che, insieme al suo fedele cane Jasper, Shauzia decide di andare a cercare lavoro nella vicina città.
“Era là che voleva essere, in un campo di fiori viola. dove nessuno potesse darle fastidio. Sarebbe rimasta là seduta fino a dimenticare la confusione in testa e l’odore del fango. E poi sarebbe andata a Parigi e si sarebbe seduta in cima alla Torre Eiffel e la sua amica Parvana l’avrebbe raggiunta lassù, come aveva promesso. Avrebbero passato il resto dei loro giorni a bere tè e mangiare arance e a ridere del passato.”