Con la sua prosa precisa e tagliente come una lama, Colette racconta con spietata, dolorosa efficacia la storia amara del bellissimo Chéri, carnefice e vittima delle donne della sua vita. E con il suo tragico epilogo travalica i confini di una città e di un periodo, pure tanto mirabilmente tratteggiati, e pare suggerirci che la giovinezza e la vecchiaia, la bellezza e la bruttezza sono le facce di una stessa inevitabile sconfitta.
Chéri è uno dei capolavori di Colette, il primo di quei suoi grandi libri che l’hanno resa, come è stato scritto, “celebre se non immortale”: stupendo ritratto di un’epoca e di un ambiente, sottilissima e spietata indagine psicologica, questo romanzo scava e fruga con crudele lucidità nelle pieghe più riposte di una passione “impossibile” e “scandalosa” tra una donna matura e un ragazzo troppo bello, giovane e viziato; una passione sulla quale aleggiano, sempre più visibili e minacciosi, i fantasmi della solitudine, della tristezza, della sconfitta, della vecchiaia. La rappresentazione beffarda di un certo ambiente mondano, la sofisticata analisi dell’animo femminile, il fascino crudele della seduzione, l’ironica tristezza della scrittrice fanno di Chéri una delle opere più intriganti e più famose di Colette.