Freud introduce la distinzione tra Eros, istinto di vita, e Thanatos, istinto di morte.
Quando, nell’aprile del 1919, Freud si accingeva a stendere le prime cartelle di Al di là del principio del piacere, l’Europa era appena uscita da un conflitto che aveva decretato la fine di un’epoca. Un lungo periodo di quattro anni che era stato segnato anche per Freud da sacrifici e preoccupazioni familiari. Terminata nell’estate dello stesso anno, quest’opera rappresenta un notevole sforzo di riflessione alla luce di certi spunti teorici emersi in passato e che ora richiedevano una ricomposizione generale. Nel 1915, con Introduzione al narcisismo, Freud aveva già postulato l’esistenza di una libido riferibile a se stessi. Ma la constatazione che lo psichismo umano era costretto in determinate condizioni a ripetere esperienze chiaramente sgradevoli lo portò a formulare, al di là dei due principi fondamentali del piacere e di costanza, un terzo principio, quello della coazione a ripetere: l’uomo tenderebbe, dunque, nei sogni e nelle fantasie nevrotiche a rappresentarsi esperienze traumatiche già vissute. Alla coazione a ripetere, ennesima pulsione dell’io, Freud attribuì un significato che trascendeva il puro fatto psichico e aspirava a una dimensione esplicativa cosmica.