Un romanzo potente, una storia di formazione cruda e sincera che arriva dritta al cuore del lettore.
Nei casermoni di via Stalingrado a Piombino avere quattordici anni è difficile. E se tuo padre è un buono a nulla o si spezza la schiena nelle acciaierie che danno pane e disperazione a mezza città, il massimo che puoi desiderare è avere un fratello che comandi il branco, o trovare il tuo nome scritto su una panchina. Lo sanno bene Anna e Francesca, amiche inseparabili che tra quelle case popolari si sono trovate e scelte, e in quella sofferta periferia vanno alla ricerca d’identità e di voce. Attraverso gli occhi di due ragazzine che diventano grandi, Silvia Avallone racconta un’Italia operaia, inedita, dimenticata.