02 Dic “I love shopping a Natale”, di Sophie Kinsella
A volte sento la necessità di staccare dai problemi, da una realtà quasi soffocante, e di rifugiarmi in un mondo di leggerezza. Sono quelli i momenti in cui ritrovo in alcuni autori ben precisi una specie di comfort zone, dove permettermi di sorridere e rimandare le preoccupazioni ad un altro momento. E così, tra un classico e un distopico, tra un saggio storico e un romanzo giallo, fanno capolino anche letture che, da un certo punto di vista, appaiono di certo meno impegnative. Tra queste annovero con piacere i romanzi di Sophie Kinsella, scrittrice britannica scoperta da ragazza proprio grazie ai primi libri della serie “I love shopping“.
“I love shopping“, infatti, pubblicato nel 2000, ha avuto negli anni diversi seguiti che proseguono la vita e le (dis)avventure della sua protagonista, Becky Brandon (nata Bloomwood). Becky è una ragazza affetta da shopping compulsivo, per cui continua a spendere anche soldi che non ha dando fondo a tutte le sue possibilità, tra innumerevoli carte di credito, prestiti, saldi, sconti e “offerte imperdibili” di cui potrebbe fare a meno pur di accaparrarsi oggetti di ogni tipo, dagli abiti ai complementi di arredo più assurdi, sempre sognando attorno al loro possesso storie da romanzo d’appendice. Da ogni avventura riemergerà più consapevole e più ricca, ma non di denaro: di esperienze, di insegnamenti, e ancora di più di persone che la amano per quella che è e non per quello che (non) ha. E così da semplice giornalista economica a consulente d’immagine per negozi di abbigliamento, passando per guru della moda e contatti con il mondo del jet set, Becky costruisce la sua vita: si innamora e si sposa con Luke Brandon, rinsalda il rapporto con i suoi genitori, scopre di avere una sorellastra (Jess) che sposerà il suo vicino di casa Tom, diventa madre di una bimba tanto graziosa quanto capricciosa, e intanto continua ad avere accanto a sé Suze, l’amica di sempre.
Insomma, nulla potrebbe andare meglio nella sua vita nel momento in cui approda a quest’ultimo capitolo della serie, “I love shopping a Natale” (pubblicato nel 2019), quando vive in campagna insieme al marito Luke e alla figlia Minnie, vicino alla sua amica Suze e al marito di lei Tarkie, lavorando nel negozio annesso alla loro antica residenza di famiglia.
Eppure, quando i genitori le affidano il compito di organizzare il Natale a casa sua, ecco che ricominciano i guai! Perché negli anni anche il modo di fare acquisti è cambiato: ormai non è più l’occasione per una passeggiata tra luminarie e calde atmosfere natalizie, a scegliere regali e decorazioni tra una cioccolata calda e una canzone natalizia in sottofondo. Nell’era di internet basta un click! e il gioco è fatto: un carrello pieno dopo l’altro, tra pop-up che si aprono e pagamenti andati a buon fine, gli oggetti si accumuleranno e la situazione degenererà. Perché non è quello il vero Natale.
Quando poi si ritroverà sola in una grande casa vuota, solo allora, toccato il fondo, Becky capirà:
“Vedo per terra il libro del Grinch e lo prendo, sentendo ancora la voce di Luke. “Tutto quello che il Grinch può rubare, non è Natale.” Giro le pagine finché arrivo a quella in cui tutti i Chi si tengono per mano e cantano. La pagina che rappresenta la felicità. Lo stare insieme. Lo spirito del Natale. La guardo finché l’illustrazione si offusca e le parole fluttuano e la testa mi scoppia.
Ho i regali e le decorazioni e perfino il tacchino vegano. Ma non ho gli amici e la famiglia. Non ho l’unica cosa che conta veramente a Natale.”
Accostarsi a questo libro con leggerezza è il modo migliore per riemergerne con un inaspettato calore umano. Dopo aver riso delle buffe peripezie di questa antieroina contemporanea, alzando gli occhi dalle pagine finali ci si ritroverà a vedere tutto con gli occhi della gratitudine: una albero striminzito nel nostro piccolo caldo salotto, tra decorazioni fatte di disegni pasticciati e lavoretti di figli e nipoti, con l’effetto di batuffoli di neve dato dai peli del gattone che si aggira padrone della casa per accoccolarsi su un plaid, con un film natalizio in sottofondo e un invitante profumino proveniente dalla cucina.
E lì, in quel bellissimo caos, ci si unirà idealmente ai personaggi appena lasciati, a fare il dono più importante, quello di una parola che nasce spontanea e arriva alle labbra in un sussurro: “Grazie“.
“Ho un nodo alla gola, e decido che non vorrò mai più altri regali di Natale, voglio solo una parola. Le parole spaccano. Le parole vincono. Le parole sono il migliore di tutti i regali.”
Che il vostro Natale sia pieno di tutto quello che il Grinch non può rubare.