A Casa di Lucia | VIAGGI: DESIDERI IN MOVIMENTO
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VIAGGI: DESIDERI IN MOVIMENTO

Il viaggio nella letteratura rappresenta l’avventura, il cambiamento, la crescita e la sfida; un percorso fisico che riflette anche il percorso interiore dei personaggi che l’attraversano.

Ma cosa ci insegna davvero un viaggio? Viaggiare sviluppa la fiducia in sé stessi e aiuta a superare i propri limiti, a confrontarsi, ad adattarsi ai cambiamenti. L’esperienza di un viaggio porta una maggiore consapevolezza di sé e potenzia le proprie capacità.

Siamo abituati a collocare filosofi e scrittori in una biblioteca o libreria ed invece essi sono stati, nel tempo, dei grandi viaggiatori. Iniziando da Platone che, dopo la morte del suo maestro Socrate, decide di recarsi in Egitto, paese considerato a quei tempi “la fonte del sapere”.

Per un filosofo il viaggio è legato alla soggettività e alla natura nascosta e mutevole dell’identità individuale. Quindi il viaggio muta il viaggiatore una volta tornato tra le mura domestiche?

Seneca spiega semplicemente che i tormenti interiori non svaniscono in viaggio, ma il viaggiatore li porta sempre con sé e, fino a quando non li avrà risolti, spostarsi di paese in paese sarà solo un’inutile fuga.

«Perché ti stupisci se i lunghi viaggi non ti servono, dal momento che porti in giro te stesso? Ti incalza il medesimo motivo che ti ha spinto fuori di casa, lontano»

scrive in una delle Lettere morali, ricordando l’amico Lucilio che viaggia per fuggire dai propri dilemmi.

Nietzsche fornisce una risposta diversa nella Gaia scienza, dove sviluppa la metafora dell’uomo vascello sul quale i lunghi viaggi hanno provocato un profondo mutamento, ed egli è diventato ormai un estraneo per gli altri uomini-vascello, un tempo suoi amici. La metafora di Nietzsche suscita un interrogativo che vale tanto per chi ama viaggiare: l’identità soggettiva non è dunque immutabile? Un viaggio può cambiarci in profondità?

Michel Onfray pensa che il viaggio metta in gioco la soggettività: alla fine del viaggio “che cosa ho appreso di me?” Viaggiare ha una funzione formativa, non solo perché si apprende qualcosa di nuovo sul mondo, ma anche perché il viaggiatore coglie qualcosa di sé che prima gli sfuggiva. Anzi, è una caratteristica propria del viaggiatore quella di scoprire un proprio lato nascosto: è al turista, la copia più sbiadita e superficiale del viaggiatore, che non interessa scoprire e perciò non scopre nulla.

Il viaggiatore autentico è un uomo pronto ad abbandonare la quotidianità per scoprire la propria identità liberata dai vincoli dell’ambiente in cui vive. In effetti in La mente del viaggiatore. Dall’Odissea al turismo globale (Il Mulino, Bologna, 2007) lo storico Eric Leed spiega che il viaggio è nello stesso tempo l’origine e la soddisfazione del proprio bisogno di cambiamento: il ritorno a casa deve dare la sensazione di essere diversi altrimenti il viaggio ha perso il suo scopo.

Il vero viaggiatore si mette in marcia senza conoscere la meta. Sarà quel paese ad attrarlo a sé, come se fosse il suo luogo naturale. Possiamo quasi affermare che si tratta di una chiamata misteriosa con una buona dose di ignoranza che aiuta a vivere meglio il viaggio.

Ma il viaggio non finisce quando posiamo i bagagli sul pavimento di casa, perché quell’insieme di impressioni, sensazioni, eventi, pensieri, immagini che si è depositato nella nostra mente va domato e strutturato. Man mano che si organizza nella memoria, il viaggio assume la sua vera fisionomia e il suo senso. Perciò al viaggiatore sono richiesti buona memoria e l’uso di utili supporti: diari di viaggio, appunti, fotografie. La memoria va addestrata e aiutata. Ed è allora che il viaggio torna a vivere come una forma di narrazione di sé e del mondo.

Ricordo una bellissima frase che ho dedicato tante volte nel mio lavoro:

“Un viaggio lo vivi tre volte: quando lo sogni, quando lo vivi e quando lo ricordi”

e racchiude proprio il concetto espresso nelle righe precedenti.

“Viaggiare è come sognare: la differenza è che non tutti, al risveglio, ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva calda la memoria della meta da cui è tornato.”  (Edgar Allan Poe)

Oggi 27 Settembre, in occasione della Giornata Mondiale del Turismo, ti chiediamo: “Qual è il viaggio dei tuoi sogni?” e ti invitiamo a non “smettere mai di sognare”!

 



× Ciao!