13 Giu CIELO COSMO UNIVERSO
La parola possiede una propria vita, una sorta di biologia, che rispecchia le forme del tempo e dello spazio, trovandosi oggi, dopo essersi trasformata per tanto tempo, superando trasformazioni lente e graduali, con lunghe cronologie di crescita, affermazione, decadenza, ad affrontare una repentinità accelerata, nel confronto inedito con lo spazio/tempo, che la fa vivere in una condizione di crisi avvolgente, perché è esso stesso crisi, con abbandono dell’edito e transito nell’inedito.
Con una dialettica in cui velocemente ogni sintesi viene travolta, in nuove tesi e nuove antitesi, che rompono con le vecchie logiche, a volte con la singolarità teoretica della sua stessa concettualità e a volte somiglianti alla illogicità del delirio. Ma abbiamo bisogno della parola. E senza parola, questo lo sappiamo, al di là di ogni dubbio metodico cartesiano, non c’è pensiero e quindi non c’è reale, non c’è immaginario, non c’è comprensione e intelligenza. Quindi non ci siamo noi e se non ci siamo noi, è come se il tutto fosse nulla.
Non c’è più il cielo che ci rassicurava, posti al centro dell’osservabile, con sole e stelle che danzavano intorno a noi, sotto l’occhio ora benevolo ora irato del Creatore. Eravamo in errore, eppure su quell’errore abbiamo basato, matematica, fisica, geometria, astronomia, filosofia; insomma la storia della civiltà che ha fatto nascere prima Aristotele, Pitagora e Archimede e poi Bruno, Galileo e Keplero da Copernico.
La definizione del cosmo segue di “necessità”, una disseminazione che si chiama umanesimo integrale, con un offuscamento di teologia e teleologia, inaugurando una storia senza obiettivi e senza mete, che non fossero quelli della conoscenza come premio a se stessa, con una introiezione del bene e del bello in noi stessi, senza alterità; un punto in cui si poteva senz’altro dire e ridire, “verum et factum convertuntur”, non in senso divino, inaugurando una storia senza obiettivi (una post storia de facto), aprendo, per modo di dire a concetti di sola empiria, sperimentazione, in una assolutezza di tutta immanenza e niente trascendenza.
Ma per fortuna il raggiungimento, concettuale, non immaginario e non codificante di universo, mentre conserva e potenzia il principio della scienza, secondo cui scire est scire per causas, riapre le porte allo spiritualismo, post antropomorfico, spazzando via il materialismo assoluto e quello dialettico di Marx ed Engels, che quasi nessuno nomina più e anche quello “volgare” di Feuerbach.
Avviene così una trasmigrazione verbale e concettuale, che ci fa rialzare, finalmente, dalle cadute seguite, alla perdita di centralità e unicità nel creato, alla traumatica scoperta evoluzionistica di Darwin e alla freudiana perdita della centralità dell’io io, che diventa io es. Insomma, da una lunga stagione di certezze ad una discontinua serie di incertezze. Non parliamo delle ipotesi di pluriverso, che con l’ausilio della relatività einsteiniana e della meccanica quantistica, ci fa sentire sperduti nella grande indeterminatezza, nella infinitezza (per ora “solo” quella degli anni luce) con l’esigenza di saltare da Big Bang a tredici virgola otto miliardi di anni luce, a venti o forse trenta.
Inventando ipotesi su ipotesi, fatte di sì, no, ma, che determinano uno stress mentale, che è soprattutto linguistico. Perché sono le parole, sempre in prima linea, a richiedere di essere demitizzate, sostituite, pena l’indicibilità, il nulla.
Ma, di trauma in trauma, stiamo imparando a conoscerci, in questo specchio frantumato sempre più, in frammenti sempre più piccoli, tornando non solo ad una nuova anima invisibile che ci precede e ci segue, ma anche ipotizzando a non morire più neanche nei corpi (e abbiamo il tempo di farlo nel residuo tempo che la terra ci concede: si dice un miliardo di anni…) sulle orme del risorto Lazzaro di Betania e in compagnia di Walter Disney, che per ora giace nell’azoto liquido.
E domani…!?
Francesco Gallo Mazzeo
Professore emerito all’ABA di Roma. Docente di Linguistica applicata ai nuovi linguaggi inventivi delle arti visive al Pantheon Institute Design & Tchnology di Roma e Milano.
“A casa di Lucia” ringrazia il Professor Francesco Gallo Mazzeo per la gentile collaborazione al nostro Blog “In Tutto Liber”.