07 Giu LIMONI PER REALIZZARE UN SOGNO
“Conosci la terra dei limoni in fiore,
dove le arance d’oro splendono tra le foglie scure,
dal cielo azzurro spira un mite vento,
quieto sta il mirto e l’alloro è eccelso,
la conosci forse?”
(Johann Wolfgang von Goethe)
In un trattato arabo del XII secolo venivano evidenziate le qualità benefiche, gli effetti antinfiammatori, antisettici e digestivi del limone.
Nella Parigi del Seicento una bevanda preparata con quest’agrume divenne popolarissima: trattasi proprio della limonata, che possiamo definire “un approccio alla vita”.
Agli angoli delle strade si contavano decine di limonadier, commercianti che vendevano limonata estraendola da enormi cisterne portate sulla schiena.
Si parla per la prima volta di limonata nel Nuovo Mondo in un ricettario del 1824 sotto forma di sorbetto.
Sul New York Tribune nel 1867, un articolo descriveva gli immigrati stanchi e assetati che appena sbarcati in America venivano accolti da venditori ambulanti di un “surrogato” di limonata (che in realtà era una miscela di acqua, melassa e aceto) da secchi di latta in cui galleggiavano bucce di limone. La limonata alla fine dell’Ottocento diventa il simbolo del Movimento per la Temperanza che si tradusse poi nel Proibizionismo ai primi del Novecento. Lucy Webb Hayes, alias Lemonade Lucy, fu First Lady dal 1877 al 1881 e nella battaglia contro il consumo di alcol serviva solo limonata ai ricevimenti della Casa Bianca.
Nel XX secolo, l’immagine di bambini a vendere limonata diventa infine l’emblema del sogno americano. Basta un tavolo davanti al prato di casa, l’acquisto dei limoni, la preparazione, la vendita, il calcolo delle spese e dei ricavi per offrire ai bambini il primo assaggio della libera impresa. Ecco alcuni esempi.
Edward Bok da bambino immigrato dall’Olanda, cominciò come venditore di acqua ghiacciata e poi di limonata a Brooklyn tra il 1873 e il 1876; per diventare poi un premio Pulitzer.
Warren Buffet, uno degli uomini più ricchi del mondo, ricorda il suo chiosco di limonate a Omaha, nel Nebraska, quando lo aveva posizionato fuori dalla casa di un altro bambino, perché era più trafficata di quella di casa sua, per avere più clienti.
Vivienne Harr una bimba di 8 anni nel 2014 volle «abolire la schiavitù dei bambini» e aprì un banchetto di limonate a Doc Edgar Park, scrisse a un giornalista del New York Times e grazie al passaparola raccolse un milione di dollari in un anno da destinare in beneficenza.
Mikaila Ulmer avvia il suo chioschetto quando ha 4 anni nel vialetto di casa. La sua limonata è del tutto speciale perchè rispetta la ricetta della sua bisnonna che aggiunge del miele al succo di limone. Partecipa al programma televisivo Shark Tank, una sfida fra startup e ottiene un investimento di 60mila dollari. Nel 2016 incontra Michelle Obama, nel 2017 viene nominata tra le 30 teenager più influenti d’America e oggi il suo marchio Me & the Bees viene venduto in oltre 1500 negozi dopo aver siglato un accordo da 11 milioni con Whole Foods.
Ha pubblicato un libro “Bee Fearless” in cui racconta la sua storia e da’ consigli imprenditoriali ai suoi coetanei. Gira per conferenze e ripete incessantemente: «Pensa in grande, ma non solo, pensa come un bambino». Un bambino americano.
Per un’ottima limonata fatta in casa segui il link e prova la ricetta indicata dalla nostra Donatella https://www.acasadilucia.org/2023/09/11/qualche-consiglio-per-preparare-una-perfetta-limonata/