09 Giu WORD ON THE WATER: la libreria sull’acqua
Ancorato al Regent’s Canal, vicino Granary Square, c’è un antico barcone olandese degli anni ’20.
La prima volta che lo vidi, in uno dei miei primi viaggi a Londra, non potevo credere che si trattasse di una libreria sull’acqua.
Ovviamente ci sono entrato e mi sono “accasato” subito pronto a gustarmi una piacevole lettura cullato dal movimento dell’acqua.
Si chiama “Word on the water” e si tratta di un battello lungo 15 metri che trabocca di libri fino al marciapiede.
Gli interni sono di grande suggestione, oltre ai classici scaffali in legno, ci sono un vecchio timone, una stufa a legna, dei divanetti, una comoda poltrona in pelle e un tappeto qua e là dove si sistema un gatto nero, che deve essere il padrone di casa.
La storia di questa libreria è particolare e travagliata, infatti per diversi anni i suoi proprietari sono stati ad un passo dallo sfratto, vedendosi costretti a trasferirsi ogni due settimane.
I proprietari sono Paddy e Jonathan, e si può tranquillamente dire che nessuno dei due abbia avuto una vita facile.
In passato, Paddy lavorava con senzatetto e tossicodipendenti, mentre si prendeva cura di una madre con problemi di alcolismo.
Jonathan invece è stato diverso tempo un senzatetto che si sosteneva vendendo libri usati dalle bancarelle.
Ed è proprio la loro storia ad avermi fatto sentire subito in territorio amico, soprattutto dopo aver sentito quello che hanno dovuto passare per aprire questa libreria.
Tutto ebbe inizio quando un amico fornì loro questa barca, sufficientemente stretta per navigare i canali londinesi ma abbastanza grande da poter essere trasformata in un negozio.
Nel Regno Unito la legge sugli ormeggi vuole che, per poter rimanere fermi sullo stesso posto lungo un canale, si compri un “posto barca residenziale”, una vera e propria residenza permante al pari di una casa. I prezzi sono molto alti a Londra ma senza questa residenza bisogna spostare la barca ogni due settimane.
Costretti quindi a spostarsi ogni quindici giorni, Paddy e Jonathan si trovarono spesso su tratti del Regent’s Canal davvero desolati, con edifici industriali e zero clienti.
Alla loro riluttanza nel muoversi, il Canal Trust rispose inviando avvisi legali, multe e minacce di far smantellare la barca se non avessero continuato a spostare il negozio. Nel frattempo però, un nutrito gruppo di sostenitori del Word on the Water reagì alle minacce: un post di denuncia su Twitter fece il giro del web, e grazie ad una campagna di crowdfunding, vennero raccolti dei soldi a favore della causa.
Alla fine le autorità cedettero e accettarono di dare loro un posto fisso nella posizione attuale, proprio mentre l’area era in fase di riqualificazione con negozi, ristoranti e parecchio traffico pedonale.
Oggi Word on the water non è solo un luogo suggestivo ma un vero punto di riferimento culturale durante tutto l’anno.
Sul tetto della barca c’è un piccolo palco con un amplificatore a disposizione di qualsiasi musicista, di strada e non; qui vengono organizzate letture di poesie, presentazioni di libri e spettacoli di musica acustica, che spesso attirano centinaia di persone.
Il successo del Word on the Water non ha cambiato di molto il classico aspetto logoro della vecchia narrow boat, il suo vecchio spirito aleggia intatto tra cianfrusaglie di tutti i tipi, antiche macchine da scrivere, tante piante e centinaia di libri nuovi e usati.
“A casa di Lucia” ringrazia per questo meraviglioso e prezioso contributo al nostro blog “In Tutto Liber” l’amico e amministratore dell’arcinoto Gruppo Facebook “Il Messia dei Libri”, Marco Latini.