28 Apr DALLA NEKOBUNGAKU AI NEKO-CAFÉ: I gatti per i Giapponesi
“Vieni sul mio cuore innamorato, mio bel gatto: trattieni gli artigli e lasciami sprofondare nei tuoi occhi belli, misti d’agata e metallo.” (Charles Baudelaire)
Il trinomio libri-gatti-scrittori, noto anche a chi non vive con i gatti, a mio parere sembra trovare il suo apice in Giappone con la letteratura nekobungaku, costituita da romanzi e racconti in cui sono protagonisti gatte e gatti.
Tantissimi, infatti, sono gli scrittori giapponesi che scrivono del piccolo grande felino, di seguito un breve elenco (non esaustivo) di titoli:
- “Cronache di un gatto viaggiatore” (segui il link e leggi la recensione della nostra Assunta
- “Io sono un gatto”;
- “Se i gatti scomparissero dal mondo”;
- “Il gatto venuto dal cielo”;
- “Lei e il suo gatto”;
- “Il gatto che voleva salvare i libri”;
- “A volte basta un gatto”;
- “Abbandonare un gatto”.
I gatti, dunque, sono fonte d’ispirazione oggettiva e soggettiva: chi vive con un gatto sente la necessità di trasmettere al mondo un po’ della magia che infonde nella propria vita, oltre ad amore, tenerezza, indipendenza, coraggio, introversione, una serie di sentimenti spesso anche contradditori; sono talmente protagonisti della nostra vita che ci rendono a nostra volta protagonisti.
I Giapponesi, come gli antichi Egizi, hanno scoperto secoli fa la magia di queste creature, infatti sono considerati animali portafortuna: famosissimo è il maneki neko (“neko” in giapponese significa gatto), la statuetta che raffigura un gatto intento a chiamare a sé lo spettatore.
Sulle origini della statuetta ci sono varie leggende e versioni, riporto la più nota: un ricco feudatario durante un temporale si ripara sotto un albero vicino al tempio Gotokuji (Tokyo), vede il gatto del monaco che lo chiamava alzando la sua zampa; l’uomo va verso di lui e un attimo dopo l’albero dal quale si è appena spostato viene colpito da un fulmine. Il ricco signore, scampato al fulmine, per ringraziare il gatto fa ricostruire il tempio che diverrà la casa del gatto portafortuna.
Diffusissimi in Giappone, dalla fine degli anni Novanta, sono inoltre i Neko Café: caffetterie, bar, ma negli ultimi anni anche bistrot, la cui particolarità è quella di essere abitati da diversi gatti. I clienti, mentre chiacchierano e consumano il caffè o uno spuntino, possono osservare ed eventualmente coccolare e giocare con i gatti. A volte si paga un diritto di entrata, in aggiunta alle consumazioni. I primi Neko Café erano situati all’interno di appartamenti, non su strada. La popolarità e diffusione è stata attribuita al divieto nel paese di ospitare animali in molti condomini, cosa che priva tantissime persone della compagnia dei gatti.
I Neko Café adottano una gestione del locale che assicura la salute e il benessere sia dei gatti che dei clienti.
Dagli anni 2000 la loro diffusione è avvenuta anche negli Stati Uniti e in Europa. Pure in Italia negli ultimi anni sono stati aperti diversi Cat Café, basti citare, andando da nord a sud: il Crazy Cat Cafè di Milano, il Romeow Cat Bistrot di Roma, o ancora il Gatto Bistrot di Portici in Campania, e infine il Cat Café di Chry a Cagliari e il Nero Miciok Cat Café di Palermo. Una moda che conferma quanto la magia di questo animale vada al di là della sua semplice bellezza.
I benefici del contatto con gli animali fatto di interazione e coccole, alla base della popolarità dei Neko Café, sono infatti innumerevoli e sono alla base anche della cosiddetta Pet Therapy, di cui il gatto è uno dei protagonisti assieme al cane, al cavallo e al coniglio. Gli animali sono un ottimo incentivo alla comunicazione, favoriscono processi di socializzazione, migliorano l’umore e il rilassamento riducendo ansia e stress, oltre a dare conforto emotivo.
I Giapponesi hanno anche una parola per definire la voce suadente e calma dei gatti e degli umani che interagiscono con loro: Nekonadegoe.
Mentre scrivevo l’articolo, mi sono resa conto che proprio casa mia potrebbe sembrare un Neko Café: vivo serenamente indaffarata con sei gatti, da oltre dodici anni. Sei caratteri e gradi di socievolezza diversi tra loro: dalla più socievole che sicuramente sarebbe felice di vivere in un Neko Café e che accoglie chiunque venga a casa, ai tre black cat selettivamente socievoli, agli ultimi due meno propensi alla compagnia degli umani.
Per tornare alle leggende giapponesi in merito ai gatti, una di queste vuole che i gatti restituiscano favori agli esseri umani che sono stati gentili con loro. Addentrandomi in questa cultura così legata a questo piccolo felino, ho sviluppato un mio senso personale alle leggende che vi ha creato intorno: penso intendano che magari i gatti siano portafortuna non perché portino direttamente soldi, ma perché sicuramente ti restituiscono l’anima, ti mettono di fronte al vero te stesso, ed è questa la vera ricchezza.
Solo se sai perderti dentro i loro occhi, troverai te stessa/o.
Se amate i gatti e il Giappone, non potete perdervi il romanzo “Cronache di un gatto viaggiatore“:
https://www.acasadilucia.org/2022/04/08/cronache-di-un-gatto-viaggiatore/