A Casa di Lucia | FRITOLE VENEZIANE
33913
post-template-default,single,single-post,postid-33913,single-format-standard,theme-bridge,bridge-core-1.0.2,no-js,woocommerce-no-js,ajax_fade,page_not_loaded,,vertical_menu_enabled,qode-title-hidden,side_area_uncovered_from_content,transparent_content,columns-4,qode-theme-ver-18.0.4,qode-theme-bridge,disabled_footer_top,wpb-js-composer js-comp-ver-5.7,vc_responsive

FRITOLE VENEZIANE

Oggi pensando alla bella Colombina che avete conosciuto (o potrete conoscere) attraverso i nostri due meravigliosi articoli https://www.acasadilucia.org/2024/02/04/colombina/

https://www.acasadilucia.org/2024/02/05/il-volo-della-colombina/

vi parlerò delle “Fritole Veneziane”, un dolce tipico della “Città dei canali”.

Pensate: nel 1570 il cuoco personale di papa Pio V, Bartolomeo Scappi, proponeva già queste golose “chicche” fritte con latte di capra, burro, acqua di rose e zafferano, e ne scrisse la ricetta ufficiale.

Fino alla fine dell’Ottocento queste frittelle venivano preparate dalla corporazione dei “fritoleri composta da settanta uomini, ognuno con una propria area dove poter esercitare in esclusiva l’attività commerciale e con la garanzia che a loro potevano succedere solo i figli. Per strada, su grandi tavoli di legno, i fritoleri creavano l’impasto dinanzi ai clienti e ai passanti; poi formavano le fritole e le friggevano al momento in grandi calderoni appoggiati su bracieri ardenti, pieni con olio o strutto bollente, poi le scolavano, le cospargevano di zucchero e le infilavano su lunghi spiedi da passeggio. Spesso si potevano comprare anche nelle botteghe che vendevano dolci e vino come le malvasie.

Sono il simbolo del Carnevale di Venezia, il dolce nazionale della Repubblica Serenissima, eletto nell’epoca rinascimentale come dolce nazionale dello Stato Veneto. 

L’influenza della “fritola” contagiò anche altre culture, tanto che oggi esiste anche una fritola ebraica, che gli Ebrei veneziani preparano ancor oggi in occasione della Festa del Purim, la più gioiosa tra le festività ebraiche tanto amata dai bambini che ricorda il giorno in cui gli Ebrei di Persia, sotto il regno di Serse, si salvarono dallo sterminio che il ministro Aman aveva decretato fissando la data per mezzo delle sorti.

Ecco a voi allora una delle versioni più classiche della “fritola veneziana”tratta dal libro di Massimo Alberini “Antica cucina veneziana”.

INGREDIENTI

200 gr di farina

60 gr di zucchero

1 uovo

10 gr di lievito di birra

100 ml di latte

50 gr di uva sultanina

un pizzico di sale

PROCEDIMENTO

Mettere ad ammollare l’uvetta sultanina in acqua tiepida. In una ciotola setacciare la farina, unire un pizzico di sale, lo zucchero, l’uovo, l’uvetta scolata e il lievito di birra sciolto nel latte. Amalgamare e impastare, unendo se occorre altro latte, fino ad ottenere un composto molto morbido. Far lievitare per un’ora in forno riscaldato a 50 gradi e poi spento, dopo aver sistemato una teglia sul fondo riempita di acqua bollente. Prelevare il composto lievitato a cucchiaiate e versarle in olio di semi di arachidi bollente, far dorare bene le frittelle e scolarle su carta assorbente. Servire le “fritole” calde disposte a cupola su di un piatto da portata e spolverizzare con zucchero a velo vanigliato.

E il profumo delle fritole vi porterà subito tra le calli di Venezia e la loro bontà farà esplodere la gioia del Carnevale.



× Ciao!