Libro intrigante e particolare, scritto con uno stile a tratti un po’ ostico, ma decisamente affascinante. Chi narra è un bambino, che poi si scopre bambina, che l’isolamento ha reso sensibile a molte delle cose della vita… di una sensibilità un po’ malata, un po’ filtrata da un’infanzia assai singolare. Romanzo breve e credibile, divertente nella sua drammaticità.
Un castello in rovina in mezzo al bosco. Due fratelli vittime di un padre folle, cresciuti isolati, in un mondo fittizio. Un mondo di ossessioni, violenze, angherie. Un mattino, al risveglio, i fratelli si accorgono che il padre si è impiccato in camera sua. Ora, per la prima volta, sono liberi: attraversano il bosco, raggiungono il villaggio, affrontano la realtà. Dove si scopre che chi si credeva un uomo è invece una donna; chi si credeva povero è invece ricco sfondato; due fratelli sono in realtà due sorelle e un fratello. Fino alla rivelazione di un segreto morboso, cruento, ripugnante. E l’origine di tutto, la tragedia che ha condotto il padre alla follia. Tutta colpa di una bambina che non la smetteva di giocare con i fiammiferi. Un romanzo in cui sublime e terribile, comico e passionale, remoto ed eterno si intrecciano e si intersecano continuamente.